lunedì 8 febbraio 2016

IL PRIMO PICCOLO GRANDE AMORE di Teresa Regna


Quella sua maglietta fina
tanto stretta al punto che m’immaginavo tutto …
Eravamo ragazzini. Io indossavo una maglietta, neanche tanto fina, ma stretta al punto giusto. Lui mi guardava, spesso: non avrebbe potuto fare altrimenti, dato che eravamo compagni di classe. E immaginava tutto. All’inizio lo supponevo soltanto, poi lo seppi con certezza.
 …e quell’aria da bambina
che non gliel’ho detto mai ma io ci andavo matto …
Avevo un’aria da bambina. Forse perché ero una bambina. Con la terza di reggiseno. Fu il primo a dirmi: sei bella. Non gli credetti, ma apprezzai il complimento. Era timido, dolce, aveva un’aria quasi sempre smarrita. In particolare, durante i compiti in classe. Cominciai a mandargli dei bigliettini. Non con le frasi d’amore, ma con le risposte corrette.
…e chiare sere d’estate il mare i giochi le fate
e la paura e la voglia di essere nudi…
Al mare non siamo mai andati, insieme. Abitavamo in due paesi circondati dalla campagna, in collina, tanto vicini che quasi si toccavano. Trascorrevamo le sere d’estate camminando, mano nella mano, sotto il cielo stellato di periferia. Eravamo troppo giovani per fare l’amore, se non nelle nostre fantasie più sfrenate. Il gioco era il nostro stesso amore, troppo giovane e fragile, ma autentico.
…un bacio a labbra salate un fuoco quattro risate…
Il primo bacio fu una tragedia: era il primo per entrambi. Non sapevamo cosa fare. Pian piano, ci lasciammo guidare dall’istinto e imparammo a scambiarci gli apostrofi rosa tra le parole ti amo. Il nostro fu un amore fatto esclusivamente di baci e sospiri, sguardi e tenerezze.
…ti amo davvero ti amo lo giuro …
Ci giuravamo eterno amore, ogni giorno. Più volte al giorno. Non riuscirei a contare le volte in cui ci siamo detti ‘ti amo’. Nel cortile della scuola, per strada, sotto un albero, in corridoio. Di nascosto, perché l’amore a quell’età è un frutto proibito. I nostri compagni sapevano, e tacevano.
…lei era un piccolo grande amore
solo un piccolo grande amore niente più di questo niente più …
Lui era il mio piccolo grande amore, io il suo. Piccolo perché eravamo ragazzini, grande perché l’immensità di quel sentimento ci riempiva il cuore. Traboccava, fino a toccare con la sua carezza tutti gli altri aspetti delle nostre vite. Come ogni amore degno di questo appellativo.
…e le canzoni stonate
urlate al cielo lassù…
Eravamo entrambi stonati, ma ci ostinavamo a cantare. Canzoni d’amore, naturalmente. Baglioni era il nostro complice, dal quale avevamo attinto il coraggio di manifestare il nostro amore. Le sue canzoni erano la colonna sonora della nostra storia.
…non sono sicuro se ti amo davvero
non sono non sono sicuro...
Un giorno, però, qualcosa si incrinò. A quell’età ci si può giurare eterno amore, ma non c’è nessuna garanzia che durerà davvero. Il dubbio si insinuò nei nostri cuori, rendendo l’amore più labile, quasi sfilacciandolo come un indumento smesso. La tenerezza, invece, rimase, fino alla fine e anche oltre.
…e lei tutto d’un tratto non parlava
ma le si leggeva chiaro in faccia che soffriva …
Avevo un carattere solare, all’epoca. Diventava ombroso, però, quando riflettevo sul futuro della nostra storia. E soffrivo, mostrandolo chiaramente: la mia espressione, da sorridente, si faceva d’un tratto cupa. Come una bella giornata di sole rovinata da un temporale. Lui se ne accorgeva subito, e cercava di rimediare. Il disastro, però, ad un certo punto divenne inevitabile.
… e io io non lo so quant’è che ha pianto
solamente adesso me ne sto rendendo conto …
Versai fiumi di lacrime, quando decidemmo di lasciarci. Una lacrima solitaria attraversò anche il suo volto abbronzato. Eravamo al solito posto, seduti sul muretto di una strada di periferia. Le stelle ci facevano da testimoni. La romantica parentesi di vita era ormai conclusa, ne eravamo consapevoli. Entrambi. Ma la nostra consapevolezza non lo rendeva meno doloroso.
Mi sembrava che il cuore stesse per spezzarsi in due. Credevo che non avrei mai più rimesso insieme i pezzi. Che non avrei mai più pronunciato le magiche parole ‘ti amo’. Non mi rendevo conto che la sofferenza è una delle facce dell’amore. Che lasciarci era inevitabile: stavamo crescendo.
La nostra piccolo grande storia d’amore, tenera, nascosta, pura e romantica, non è stata meno sincera o importante di quelle che l’avrebbero seguita. E ha lasciato un ricordo indelebile, dolceamaro, nei nostri cuori.

4 commenti:

  1. Inauguriamo Nuova Letteratura con un bel racconto di Teresa.

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  2. Delicato racconto, scritto in modo impeccabile. Molto evocativo, cattura l'attenzione del lettore, riuscendo anche a commuoverlo.
    Mi è piaciuto.

    Giuseppe Novellino

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  3. Credo proprio, Giuseppe, che non si poteva iniziare con un racconto più tenero, dolce e suggestivo di questo.

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  4. Grazie a entrambi. E' la vera storia del mio primo amore.
    Teresa

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