sabato 20 febbraio 2016

DUE NOVEMBRE di Paolo Secondini

La nonna accende due ceri sul davanzale della finestra, piccoli e gialli come la polpa di un melone. La loro fiammella tremola all’aria della sera, si contorce, si assottiglia, quasi si estingue, si ravviva, tremola ancora.
«Nonna,» le chiedo, «perché quei ceri?»
«Per rischiarare il cammino ai defunti che vanno in processione. Tu non li vedi, ma loro son lì, nella strada, e vedono te. Tu non li senti, ma cantano in coro le lodi del Signore.»
Il pensiero di essere visto dai defunti, che mi immagino orribilmente spettrali, mi atterrisce.
Con il cuore che batte all’impazzata mi ritraggo dalla finestra e stringo le braccia attorno alla vita della nonna, premendo il mio viso contro il suo petto rassicurante. Trattengo il respiro, chiudo gli occhi, serro le labbra. Dopo un poco sento la mano di lei carezzarmi i capelli, la sua voce parlarmi con dolcezza:
«Non temere, piccolo mio! I morti non sono cattivi, non fanno alcun male. Si trovano tutti nella grazia di Dio.»
Le sue dita scorrono soavemente tra i riccioli della mia testa.
Non del tutto tranquillizzato, mi discosto dal corpo della nonna e torno alla finestra. Timidamente getto lo sguardo nella strada, a destra e a sinistra…
Non vedo che ombre serene della sera.
«Ma perché i morti vanno in processione?» domando apprensivo. «Cosa vogliono, nonna?»
Mi accarezza di nuovo i capelli poi, con voce calma, soave:
«Il due novembre,» dice, «essi percorrono i luoghi in cui vissero un tempo, per rivedere le strade, le case, i loro cari… Non vogliono altro che noi siamo buoni, e pregano tanto per la nostra salvezza.»
«Oh!» l’esclamazione mi sfugge di bocca: sembra un suono lontano, che non mi appartiene.
Ella mi prende la faccia tra le mani e, per un istante, mi fissa negli occhi, quindi si curva a baciarmi sulla guancia, sulla fronte. «Piccolo mio,» sussurra infine, «la nonna ti vuol tanto bene. È qui con te. Ella ti stringe tra le braccia. Ma fino a quando?» Rimane un momento in silenzio, per soffocare un tremito lieve nella voce. «Un giorno,» aggiunge, «accenderai anche tu dei ceri sul davanzale della finestra… li accenderai per la nonna.»

1 commento:

  1. Delicato quadretto pieno di nostalgia. Anche da noi c'è ( o meglio c'era) la leggenda secondo la quale il 2 novembre i morti andrebbero in processione. Oggi è stata soppiantata dallo stupido "dolcetto o scherzetto?"

    Giuseppe Novellino

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