domenica 24 aprile 2016

IL DOLCE DI LILY di Paolo Secondini

Primavera, 1964.
La sirena tra poco fischierà la fine del lavoro e Lily non è pronta. Prona sul letto, indugia a guardare in un libro di ricette un dolce alla crema che forse non farà.
Per chi mai lo farebbe se è sola come un cane?
Potrei farlo per me! ella pensa, e un lampo di gioia le brilla negli occhi, ma subito crolla la testa. Fossi matta!
È molle di fianchi, grossa di petto. Gli anni passano inesorabilmente. Oltretutto è stanca. Non ne può più di quella vita: aprire le cosce ogni sera davanti a casa sua (dopo il fischio della sirena), far cenni a quelli che passano a piedi, in bici, in auto, e sperare che qualcuno si fermi.
* * *
Una volta si andava da Lily a fumare in cucina, mentre lei preparava il caffè.
Dopo averlo sorbito ci si stendeva sul letto: mezzora abbracciati, stretti, storditi dai sensi.
Lily otteneva il denaro; l’altro, il cuore contento.
E ancora mezzora con chi il suo turno aveva aspettato in giardino, nascosto agli sguardi.  
* * *
Ora di rado qualcuno è da Lily, nonostante prepari il caffè e offra sigarette.
Guarda l’orologio: soltanto pochi minuti al fischio della sirena. Deve far presto. Forse qualcuno si fermerà questa volta.
Denaro ne ha poco. Non deve sciupare l’occasione.
Ma indugia. Si attarda a osservare nel libro di ricette il dolce alla crema che forse non farà.
«Ma sì, ma sì, ma sì!» crolla il capo, mentre svelta s’alza dal letto.
Quel dolce ha deciso di farlo: per nessuno, forse, tanto meno per sé. Ha deciso di farlo così, semplicemente…
Per una volta vuol sentirsi donna.
 

1 commento:

  1. Molto bello questo raccontino che ha le caratteristiche del bozzetto con venature poetiche. Il ritratto della anziana prostituta è commovente e il discorso evoca sentimenti ed emozioni ormai trascorsi.

    Giuseppe Novellino

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