Da qui è fuggito ogni dio.
Quanti degli uomini hanno
vinto, dietro di sé hanno lasciato le ossa bianche ed urlanti degli sconfitti:
nessuna pietà ha accompagnato il silenzio di queste cime, le rocce squadrate, i viali tesi al cielo vicino; nessun silenzio
verrà mai spezzato.
Abbiamo visto sangue e
sudore, e il grido muto dei rassegnati, la gioia breve della festa e il ballo
del flauto andino.
E poi l'Inca e dopo di lui
gli uomini di ferro venuti dal mare, coi loro cuori di pietra e le parole di
musica e vento.
Fu ancora sangue e sudore,
e il vento che spazzava via il sole dalle nostre case di pietra verde; il vento, a sorvegliare i morti con le sue
carezze di dimenticanza.
Poi, lentamente, il silenzio, sceso piano,
come folate di nubi dalle cime fino all'ultima valle.
Non ci fu altro suono che la frustata delle
piogge o la carezza della primavera.
Restiamo solo noi, stesi
prudenti sulle pietre e sul muschio a rubare il sole coi nostri occhi verdi di
ramarro, a guardare negli occhi altri occhi curiosi e attenti di ramarro.
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