venerdì 12 agosto 2016

Il GRANDE DIVIETO di Peppe Murro

Abbassò lo sguardo e cercò un respiro più profondo.
In fondo quella era la sua terra, anche se non ne capiva a fondo regole e costumi: non riusciva a trovare senso al Grande Divieto, alla sua terribile brevità ed al mistero delle sue infinite punizioni.
Esso consisteva solo in due negazioni: il Gesto Interdetto e la Frase Proibita. Entrambi rappresentavano l'universo di ciò che non poteva essere fatto e detto, ogni altra cosa era consentita. E l'ologramma globale mostrava ogni momento gente felice di obbedire a quell'unico tabù.
Sentiva, in quell'angolo di scogliera, il salmastro del vento entrargli nei
polmoni assieme ad una strana e dolcissima quiete. Non voltò lo sguardo, ma si figurava con esattezza il velo d'ansia e di speranza di quel volto, la trepidazione dell'attesa, l'identico suo pulsare del sangue alle tempie.
Chissà perché erano felici i suoi simili in quel mondo di piacere e di gioia quasi obbligatori, chissà perché non sentivano mordere dentro la mancanza di quanto era stato proibito...!
Scosse la testa. E d'altronde non riusciva a capire neppure il perché del Grande Divieto, né le ragioni del primo che lo aveva imposto: sembrava non ci fosse storia, tutto era un mistero accettato tranquillamente senza alcuna domanda. Forse bastava a tutti quella felicità diffusa per legge, forse qualcuno aveva avuto i suoi stessi pensieri, ma era stato punito col silenzio, come se non ci fosse mai stato.
In un modo o nell'altro, si disse guardando le rocce, vite negate. o forse tutte le vite erano state negate.
Uno scroscio marino più forte, schizzi leggeri nell'aria...
Si volse a guardarla, vide i suoi occhi più cupi del mare. Qualcosa dentro gli si scatenò come un terremoto di dolcezza e desiderio: fu allora che fece il Gesto Interdetto, le carezzò il viso.
E disse la Frase Proibita: "ti amo".

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